Terzo appuntamento degli Incontri nell’Atrio, dedicato al rapporto della musica con il corpo umano organizzato dall'Istituto di Fisiologia Clinica e dalla Fondazione Toscana Gabriele Monasterio. Tra i relatori e i ricercatori Enrico Grassi e Luca Bonfiglio, il cantautore Francesco Bottai dei Gatti Mèzzi e il Maestro Paolo Filidei con il coro etno-jazz "G. Monaco." Perché la musica è parte integrante di noi stessi, della nostra giornata, della nostra vita. È un potente stimolo che modula ed evoca emozioni ed è intimamente legata, mediante le onde sonore, ai nostri ritmi vitali, al ritmo cardiaco, cerebrale, respiratorio. Legame che si concretizza in un fenomeno inconscio, definito entrainment, cioè quando i ritmi fisiologici entrano in sincronia di fase con i ritmi ambientali, in questo caso con le onde sonore musicali. Proprio questa interazione rende la musica un elemento fondamentale della nostra esistenza in grado di arrivare persino a variare i nostri parametri fisiologici. Alla luce di questo legame così profondo tra il nostro Io ed il mondo musicale è lecito chiedersi perché ci piace ascoltare la musica e perché non possiamo farne a meno? Perché preferiamo un genere di musica ad un altro? Perché i musicisti diventano musicisti? E ancora, come interagiscono tra loro le onde sonore e quelle cerebrali o di altri ritmi vitali? Infine, in ambito sociale, è possibile considerare la musica uno strumento d’integrazione dei popoli?