plastica usa e getta bandita ueIFC-CNR di Pisa è stato il laboratorio di riferimento del progetto europeo LIFE PERSUADED, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Università Tor Vergata.

Il progetto è durato quattro anni e ha avuto, tra i principali scopi, verificare l’esposizione della popolazione infantile italiana a Ftalati e Bisfenolo A (composti utilizzati come plasticizzanti in numerosi prodotti di uso quotidiano), attraverso uno studio di biomonitoraggio su coppie madri-bambino; studiare l’associazione tra esposizione a ftalati e BPA e malattie infantili quali pubertà precoce, telarca prematuro e obesità; valutare gli effetti di BPA e ftalati mediante uno studio sperimentale su modello animale.

Per quanto riguarda le ricadute dell’esposizione sulla salute il progetto ha anche affrontato due aspetti molto rilevanti:

  • l’associazione con alcune patologie infantili di origine endocrina quali telarca prematuro, pubertà precoce centrale e obesità infantile, di origine idiopatica, e la valutazione di biomarcatori, attraverso gli studi caso-controllo
  • la valutazione degli effetti dell’esposizione a DEHP e BPA, singoli e in miscela, mediante uno studio tossicologico in vivo che utilizza un modello animale in fase juvenile, innovativo per lo studio degli effetti delle sostanze chimiche sui bambini, trattato con dosi derivanti dai livelli misurati nei bambini; tale approccio rende i risultati maggiormente comparabili e trasferibili alla popolazione infantile. Lo studio animale ha evidenziato che i due composti in miscela, a dosi compatibili con quelle misurate nei bambini, mostrano meccanismi e modi di azione diversi a seconda della composizione della miscela e del sesso.

L’esposizione a Ftalati e Bisfenolo A è molto più diffusa nell’ambiente di quanto si pensi; questo li rende rapidamente metabolizzati nell’organismo. Sono riconosciuti come interferenti endocrini e obesogeni con effetti sul sistema riproduttivo, sul neurosviluppo, sul sistema immunitario e sul metabolismo lipidico e degli ormoni tiroidei principalmente attraverso l’interazione con i recettori steroidei, tiroidei e dei perossisomi. Nuovi studi stanno evidenziando l’associazione con un maggior rischio di malattie metaboliche.

La dott.ssa Amalia Gastaldelli (IFC-CNR) responsabile dello studio di biomonitoraggio di LIFE PERSUADED, riferisce che a seguito di un protocollo scientifico assai rigoroso, è risultato che “nel valutare i gruppi di popolazione maggiormente suscettibili e vulnerabili agli effetti di tali contaminanti, praticamente tutti i bambini e le loro madri sono esposti a Ftalati (100% dei reclutati) e a Bisfenolo A (77% dei reclutati). Anche se si tratta di sostanze chimiche non persistenti e rapidamente metabolizzate dall’organismo è consigliato ridurne l’esposizione”. Quest’ultima, peraltro, è risultata maggiore al Sud per gli Ftalati sia per le madri sia per i figli; maggiore al Nord nelle madri, mentre per i figli è paragonabile nelle tre aree. Su tutto il territorio, l’esposizione a BPA è maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle rurali. Inoltre, i bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni presentano livelli maggiori di Ftalati e BPA nelle urine.

Inoltre, un secondo studio dell’IFC-CNR in collaborazione con l’Università di Pisa, appena pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, ha evidenziato come anche tra i soggetti diabetici ci sia un’elevata esposizione ai contaminanti. Lo studio ha inoltre riportato che i pazienti diabetici con elevata albuminuria (un marker di danno renale) presentavano una maggior concentrazione di ftalati nelle urine, indipendentemente dal grado di riduzione della velocità di filtrazione renale (eGFR).

Limitare l’assunzione delle plastiche, tuttavia, è possibile seguendo alcune semplici precauzioni: leggere bene le etichette dei prodotti per la cura della casa e della persona ed evitare quelli con sostanze che già conosciamo come nocive; non cucinare nella plastica poiché il calore favorisce il rilascio degli interferenti; infine preferire il vetro e la ceramica per la conservazione dei cibi.